Sono le mete preferite di tanti escursionisti, ma anche le basi di partenza per le ascese più incredibili. Sono i rifugi di montagna, quelli che resistono tenacemente grazie alla dedizione dei loro gestori e che accolgono tutti gli amanti delle camminate. I rifugi sono dei veri luoghi speciali, dove trovare riparo e ristoro. Ognuno con le proprie caratteristiche e la propria storia, sono in grado di offrire ospitalità, accoglienza e i servizi essenziali. Se poi si resta anche a dormire, sembra di toccare il cielo con un dito.
Abbiamo scelto i 10 rifugi di montagna più belli, quelli da raggiungere almeno una volta nella vita. Perché vale sempre la pena fare un po’ di fatica. La ricompensa? Panorami mozzafiato, buona cucina e tutto l’amore per la montagna.
Partiamo dai rifugi alpini e partiamo dalla Valle d’Aosta. A Courmayeur c’è l’imperdibile il Rifugio Gonella. A 3.071 metri di quota, si trova nel massiccio del Monte Bianco. Il rifugio originario era una semplice capanna di legno, ma nel corso degli anni fu ampliata e modificata, fino ad arrivare all’attuale struttura moderna.
È il punto di partenza della Via normale italiana verso il Monte Bianco, in un ambiente glaciale spettacolare. Per raggiungerlo si parte da La Visaille, si taglia per il lago di Combal e da lì si affronta la cresta della morena del Ghiacciaio del Miage. Si attraversa poi il ghiacciaio con molta attenzione.
Tra i rifugi alpini più belli del Piemonte c’è sicuramente Capanna Margherita. Un rifugio maestoso, posizionato a quota 4.554 metri sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa, è il più alto di tutta Europa! Lo si vede anche a fondo valle ed è famoso, tra le altre cose, per ospitare al suo interno un laboratorio scientifico di ricerca. È anche un importante riferimento per le operazioni di Soccorso Alpino.
È raggiungibile da Capanna Gnifetti, attraverso i ghiacciai del Lys, ma anche dalla Monte Rosa Hütte attraverso il ghiacciaio del Grenz o dal Bivacco Resegotti, per la Cresta Signal. In tutti i casi è consigliato farsi accompagnare da una Guida Alpina del territorio.
Tra i rifugi della Lombardia c’è un bel rifugio dal tetto giallo: è il Quinto Alpini, in Alta Valtellina. A quota 2.877 metri e di proprietà del CAI di Milano, si trova nel Parco Nazionale dello Stelvio, tra le vette del Gruppo dell’Ortles-Cevedale, in una posizione riparata del Monte Zebrù e la sua cresta più a ovest. Data la posizione prominente, il rifugio permette l’osservazione di molti animali protetti, come una bellissima coppia di gipeti. Ottima la cucina tipica valtellinese.
Da San Nicolò Valfurva si prosegue con l’auto verso Niblogo, dove parte il sentiero n. 29. Ci si addentra nella valle e si incontrano il torrente Zebrù, il Rifugio Campo e la Baita del Pastore.
Fonte – Rifugio quinto alpini
In Lombardia c’è un altro rifugio scenografico: a quota 2.410 metri e perfettamente incastonato a pochi metri della vetta della Grigna settentrionale (“Grignone”) ecco il Rifugio Brioschi. Da lassù il panorama sul lago di Como, la Pianura Padana, le Alpi e Prealpi è eccezionale.
La salita più gettonata, in tutti i periodi dell’anno, è quella che parte dal versante est, da Colle di Balisio o dal paese di Pasturo, in Valsassina. Basta seguire i segnavia n. 31 e 33, sono circa tre ore e mezza di cammino. Nota di merito è la cucina, che propone piatti gustosi a base di selvaggina e polenta, ma anche le birre artigianali.
In Veneto, nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi troviamo il Rifugio Settimo Alpini, una casetta bianca con piccole finestre azzurre. Al centro di un anfiteatro naturale e ai piedi della parete sud della Schiara, il rifugio rappresenta la principale base alpinistica della zona, nonché la tappa finale dell’Alta via n. 1 delle Dolomiti. Sono possibili diverse vie ferrate, ascensioni e traversate della Schiara, del Pelf e delle Pale del Balcòn.
Anche gli accessi al rifugio sono diversi: da Belluno si segue il sentiero n. 501 da Bolzano Bellunese. Da Longarone si segue il sentiero n. 505, in località Faé. Infine da Sedico, sul sentiero n. 502, in località La Stanga per la Val de Piero.
Nel bel mezzo del Gruppo del Catinaccio – Rosengarten c’è il Rifugio Roda de Vaèl, sulla sella del Ciampaz, a confine tra numerose valli e divide il Trentino dall’Alto Adige. Il rifugio è un grande edificio bello da vedere, con le caratteristiche ante bianche e azzurre.
Si parte dal parcheggio di Passo Costalunga (1.745 metri) e si segue la strada forestale, lungo il sentiero n. 548. Dopo un primo tratto nel bosco, si guadagna quota velocemente, in un paesaggio lunare. Dopo circa un’ora si arriva in un luogo montano incantevole. La salita è possibile anche da Vigo di Fassa e da Ciampeide con l’omonima funivia.
Il Catinaccio ha un fascino tutto suo e tanti altri rifugi particolari. Ai piedi dell’Antermoia e vicinissimo all’omonimo lago – uno dei più belli di tutte le Dolomiti – troviamo il Rifugio Antermoia. Gustate i piatti tipici della cultura ladina accanto ai piatti tradizionali, il ristorante è davvero gourmet.
È raggiungibile da moltissimi punti: Pera di Fassa, Mazzin, Campitello di Fassa, Val Duron, Fontanazzo, Alpe di Siusi e da Tires. Se volete abbinarlo a un altro rifugio, partite dal Rifugio Passo Principe, sul sentiero n. 584. Così come il Rifugio Roda de Vaèl, anche il Rifugio Antermoia fa parte dei “Rifugi amici del Catinaccio” (scoprili tutti qui).
Un rifugio nuovissimo, inaugurato nel 2017 e capace di colpire per la sua forma e il suo colore. Il Rifugio Sasso Nero è in Valle Aurina e per raggiungerlo ci vogliono quattro ore e mezza. Il sentiero parte da San Giovanni e porta su alcune lingue di neve, tratti di ghiacciaio, grandi massi rocciosi e infine brevi tratti attrezzati. Si segue sempre il sentiero n. 23, anche per la discesa. Imperdibile la salita alla Cima del Sasso Nero e alla sua croce.
Gli interni sono di legno chiaro e la stube, con i suoi finestroni, accoglie i turisti offrendo loro una grande vista panoramica. Bello o brutto che sia, ha un fascino magnetico che ben si colloca nel suo contesto naturale.
Tra i rifugi dell’Appennino Tosco-Emiliano troviamo il Rifugio Cesare Battisti a Ligonchio. Ci troviamo tra i boschi di faggi dell’Abetina Reale, la Catena del Cusna e il crinale appenninico. Il rifugio è come adagiato in una vallata nei pressi dell’antica via maremmana, a quota 1.765 metri. In estate offre una strepitosa distesa di erba dove rilassarsi.
Il sentiero CAI n. 631 è quello più semplice per raggiungerlo, in soli cinquanta minuti da Civago fa percorrere una strada asfaltata verso Case Cattilini e, successivamente, una strada sterrata. L’accesso al rifugio però è soltanto pedonale. Anche in questo caso il rifugio è un’ottima base di partenza per molti sentieri, primi fra tutti quelli che, in trenta minuti, vi condurrà al laghetto Bargetana, oppure alle cime del Prado e del Cusna.
Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga, vicinissimo al Corno Grande e alle principali vette del famoso massiccio sorge il Rifugio Duca degli Abruzzi. È considerato il classico rifugio di montagna, quello che non offre troppi comfort ma rappresenta un punto d’appoggio eccezionale per tanti escursionisti, una vera oasi in mezzo alla natura. Di proprietà del CAI di Roma, si trova a 2.388 metri di altezza.
La salita più breve parte dal paese di Campo Imperatore, dura soli quaranta minuti. Con più tempo a disposizione, si può partire da Prati di Tivo e affrontare una bella traversata di quattro ore. Ci sono anche molti itinerari possibili della zona.
Scoprite tutti i rifugi e bivacchi del CAI (Club Alpino Italiano) qui.